Uno studio sul disturbo Hikikomori

recensito da Antonino La Greca 

Tanto si è detto e scritto negli ultimi anni sul fenomeno degli hikikomori, quegli strani ragazzi che decidono di autorecludersi in casa non trovando una propria collocazione nel consesso sociale. Un problema sempre più diffuso e allarmante, rinforzatosi ulteriormente con la pandemia da Covid. Ma da che cosa si proteggono questi soggetti che decidono di stare letteralmente «in disparte» isolandosi nella propria stanza? Al grande quesito cerca di fornire una serie di risposte il medico, psicoterapeuta e antropologo Enrico Girmenia, che da tempo si occupa della complessa sindrome. L’autore cerca di ricondurre il disagio di questi ragazzi a una forma estrema di autolesionismo a seguito di una rabbia accumulata per i continui rifiuti ricevuti dal mondo esterno. L’incapacità di elaborare l’esclusione e la delusione per una società sempre più permeata di darwinismo sociale tocca infatti tutti gli ambiti, compresa la scuola. Solo chi è intelligente e ha mezzi economici adeguati può andare avanti, mentre gli altri sono destinati a soccombere o a sottrarsi agli occhi del mondo. Insomma, la forte competitività all’interno del sistema scolastico e del lavoro può generare una forma di ritiro estremo in chi non riesce proprio a stare al passo con gli altri.

L’analisi dell’autore precede passo dopo passo ripercorrendo l’origine di un fenomeno sempre più frequente in tutto il mondo occidentale, e intraprende alcune riflessioni sulla sua cultura di derivazione, strutturata secondo una solida disciplina di gruppo che richiede la piena adesione alle regole sociali. Il mondo del lavoro e ancor prima quello dell’istruzione giapponese è infatti molto competitivo e severo. Chi sbaglia nelle prove decisive, come gli esami o le selezioni per l’accesso ai gradi superiori di istruzione o della carriera, viene escluso senza prove d’appello. Qui, in questa parte del mondo, la sindrome hikikomori è paragonata a una diserzione dallo spirito di gruppo, a un sottrarsi al proprio dovere verso la comunità di appartenenza. E sempre qui il senso di vergogna o di colpa è più bruciante e mortificante che altrove. Nonostante le forti differenze culturali, anche in Europa e in Italia il fenomeno si sta espandendo per via delle condizioni di contesto sempre più sfavorevoli e restrittive, a partire dalle difficoltà nell’accesso al mondo del lavoro, fatto di basse retribuzioni, scarse garanzie e tanta, tantissima precarietà. E questo è purtroppo il mondo che si prospetta a un giovane di oggi: una società improntata ai valori del successo personale, del denaro e dell’immagine. Un carico di difficoltà e di preoccupazioni a cui molti, specie tra i ventenni, tendono a sottrarsi.

Il rifiuto del confronto con gli altri può quindi rappresentare per molti di questi ragazzi una via d’uscita. O meglio, una via di ingresso in una strada senza sbocco alcuno. Quella dell’estremo isolamento. Una sorta di «protesta silenziosa» contro la propria condizione che inizialmente può comparire come un lieve evitamento degli altri, passando poi per un progressivo distacco dalla partecipazione alla vita sportiva o associativa, fino alla definitiva chiusura nella propria stanza, un’isola protetta in cui non può entrare nessuno, nemmeno i genitori. I servizi per la salute mentale sottolineano come la comparsa dei primi sintomi sia da collegare in molti casi a episodi di bullismo in ambito scolastico, e che l’approccio con questi ragazzi è sempre molto complesso, soprattutto laddove esistono forti conflitti con i membri della propria famiglia. Ma il nocciolo del problema è che è davvero difficile aiutare chi non vuole essere aiutato. La relazione terapeutica, indipendentemente dalle scuole di appartenenza, rappresenta già di per sé una fonte di guarigione, e il compito del terapeuta è riuscire a costruire faticosamente una relazione empatica, positiva, caratterizzata quindi da grande apertura, immedesimazione, sostegno e incoraggiamento. E in grado di aiutare ognuno di questi soggetti a ritrovare un significato, reale e realizzabile, per la propria esistenza.

La strana sindrome dei ragazzi chiusi in una stanza

di Enrico Girmenia
Erickson
168 pagine – 2024
ISBN: 9788859040392