Riflessioni per gli operatori della salute sul valore e la funzione della psicologia come presenza e accompagnamento

recensito da Antonello Raciti 

La pandemia da Covid-19 ha richiesto all’ambito sanitario e ai contesti di cura uno sforzo e un impegno organizzativo, pratico e psicologico davvero considerevole. Gli operatori hanno dovuto profondere tutte le proprie energie e in molti casi è proprio grazie alla loro dedizione che è stato possibile fronteggiare la fatica e il dolore.
Poi però, finiti i giorni in cui la gente applaudiva i medici e gli infermieri fuori dagli ospedali, sono affiorate alcune domande: come sostenere chi ci ha sostenuto? Come prendersi cura di chi ci ha curato? E infine: come si può generare benessere nei luoghi della sofferenza, della malattia e della paura?
Il volume curato da Luca Foggetta e Mario Pigazzini cerca appunto di riflettere sulla necessità di garantire un supporto psicologico a favore di chi guarisce gli effetti del virus presentandosi sin da subito come un’interessante raccolta di esperienze provenienti dalla prima linea del fronte ospedaliero.

Si tratta di un racconto a più voci composto da professionalità e sensibilità diverse che si sono trovate nel cuore della bufera durante il primo attacco del virus, nel buio di una corsia e nella più generalizzata impreparazione scientifica e logistica. Colpisce in particolare l’esperienza di una psicologa all’interno di un reparto ospedaliero altamente tecnologico: la rianimazione. Un racconto in grado di evidenziare in maniera esemplare i tre aspetti cardine per la buona riuscita del processo assistenziale. La comprensione dei bisogni del paziente, che sente la sua vita minacciata perché il suo corpo non funziona più come prima, la necessità di fornire aiuto alla famiglia, che è sotto la costante ansia di perdere il proprio familiare, e il forte accento sul “gruppo che cura” che si impone come modalità irrinunciabile e la cui frantumazione porta a sofferenza, conflitti e burn-out. Viene dunque chiarito che la rianimazione, come altri reparti o luoghi di cura ai limiti massimi della commozione e dell’umanità, è, sì, un reparto d’urgenza medica, ma è un luogo in cui si sperimenta anche un’emergenza di tipo psicologico. Che coinvolge tutti, pazienti e personale medico, e che viene espressa sotto forma di richiesta d’aiuto per fronteggiare la paura della morte o della perdita dell’integrità fisica per il malato. Oppure per affrontare la scomparsa traumatica di un legame inalienabile per un familiare, e al contempo l’esperienza dell’impotenza per il personale.

Nella lettura di questo lavoro emergono molti aspetti problematici relativi al prendersi cura di un malato in situazioni critiche, tanto più se esasperate dall’elevato numero di altri pazienti simili affetti da una patologia incognita. È il vissuto doloroso di medici e infermieri a essere protagonista, estensibile a tutti coloro, psicologi o educatori impegnati nell’assistenza a pazienti psichiatrici o a, ancor di più, a degenti prossimi alla morte e senza la vicinanza dei loro cari. Un vissuto che si rivela spesso come una vera e propria crisi di civiltà, vale a dire un’esperienza tragica e collettiva, capace di porre interrogativi che toccano l’intera società e la sua evoluzione storica. Ecco dunque la centralità dell’intervento psicologico, un intervento che dovrebbe essere il più partecipato possibile, rivolto tanto alle famiglie quanto a chi opera nel sociale più drammatico e sofferente.

Prendersi cura cover

Prendersi cura di chi si prende cura

a cura di Mario Pigazzini
e Luca Foggetta
Mimesis Edizioni
132 pagine – 2021
ISBN: 9788857582030