Comportamenti trasgressivi e bisogni evolutivi negli adolescenti

recensito da Tony La Greca 

Nel lavoro terapeutico ci si trova spesso a confrontarsi con padri e madri disperati, afflitti dalla propria impotenza e dalla consapevolezza di non avere più autorità alcuna sui figli. È estremamente difficile in queste situazioni ripristinare il ruolo originario di genitore amorevole, autorevole e saggio, condizione che genera grande sofferenza e porta gli adulti a essere ancora più fragili e attaccabili, innescando così dinamiche pericolosissime all’interno della famiglia. Che cosa possono fare i padri e le madri per affrontare i problemi di comportamento dei propri figli se non si sentono riconosciuti, se la loro parola non ha più alcun effetto? Lo spiega con chiarezza il bravissimo Alfio Maggiolini, psicoterapeuta di chiara fama, nonché docente e direttore della Scuola di specializzazione in psicoterapia psicoanalitica dell’adolescenza e del giovane adulto, che in questo volume parte dal disagio contemporaneo degli adolescenti per identificare le fonti del loro malessere. Un disagio che si riverbera poi drammaticamente nel rapporto con i genitori e che può manifestarsi in modi diversi, con ansia e depressione, ma anche con rabbia, insofferenza e rivendicazioni.

 

Generalmente i comportamenti trasgressivi negli adolescenti sono orientati innanzitutto a mettere in discussione l’autorità dei genitori o di chi esercita un potere di controllo sulle loro vite. In realtà per bloccare le reazioni aggressive dei figli non occorre imparare solo a “dire no”, ma occorrerebbe costruire insieme delle vie alternative per rimettere in circuito il rispetto e il riconoscimento dei reciproci ruoli. Un punto fondamentale della prospettiva proposta dall’autore è quindi l’importanza delle motivazioni, vale a dire le intenzioni che motivano le trasgressioni e le violenze. Un comportamento trasgressivo non è solo una sfida e una provocazione, ma è anche l’espressione di un disagio, che può essere causato proprio dai genitori stessi o che comunque scaturisce quasi sempre da una situazione intrafamigliare. Inoltre la rabbia può essere una risposta a una regolazione sbagliata di questi ruoli e un modo disperato per chiedere giustizia, cioè un comportamento considerato come giusto per rispondere a bisogni diventati ineludibili.

 

Per questo motivo il comportamento violento dei figli deve essere inteso come un sintomo, un segnale, una risposta a un intervento educativo degli adulti, e non solo come un semplice stimolo a cui i genitori devono rispondere restaurando l’autorità e la loro capacità di farsi obbedire mettendo limiti e paletti. La migliore educazione passa invece attraverso quelle pratiche che paradossalmente potrebbero essere definite come “non educazione” o “non autorità”, cioè attraverso quegli usi non manipolatori del ruolo educativo che concedono all’adolescente l’accesso alla parte meno normativa del rapporto con l’adulto. In parole povere, non serve proporsi obiettivi e usare metodi analitici per ottenere autorevolezza e credibilità dai figli, perché tutto si può svolgere senza alcuno sforzo pedagogico particolare, all’interno della normale dinamica dei ruoli affettivi. Quando cioè l’educazione alle regole è spontanea ed emerge da una equilibrata dinamica fra le parti, la fiducia può essere riattivata e non è necessario esercitare più alcun’autorità.

Pieni di rabbia

di Alfio Maggiolini
Franco Angeli
154 pagine – 2023
ISBN: 9788835145455