Per il recupero del senso di comunità
A volte i diritti dei pazienti con sofferenza psichica vengono totalmente oscurati dall’urgenza di una crisi economica o, come stiamo vivendo in questi mesi, da una lunga emergenza sanitaria. Tutti fattori esogeni che determinano a loro volta un ulteriore aumento delle patologie psichiatriche, aggiungendo problemi a problemi. E a fronte di tutto questo i Dipartimenti di salute mentale hanno visto drasticamente ridurre il proprio organico e le risorse economiche, con esiti piuttosto dolorosi sulla qualità del servizio erogato.
Scritto a quattro mani da due noti psichiatri torinesi, Angela Spalatro, ricercatrice in Neuroscienze, e Ugo Zamburru, già presidente dell’Arci di Torino, nonché animatore del Caffè Basaglia, questo breve manuale parla con disincanto di queste inefficienze, ripercorrendo i falsi miti che accompagnano da sempre la narrazione sulla malattia mentale: dalla contenzione agli psicofarmaci, dalle basi biologiche al tema della guarigione, parlando, per fortuna, anche di buone prassi.
Il volume è il frutto del confronto dialettico tra questi due professionisti e si articola intorno ai racconti e alle riflessioni personali degli autori sull’identità sempre più sfuggente dell’intervento nell’ambito delle cure psichiatriche. La legge 180 del 1978 e la riforma che ne seguì furono una conquista eccezionale, tra le più importanti nel nostro Paese, ma la piena realizzazione di quell’epopea culturale non si è purtroppo ancora tradotta in buone prassi quotidiane. Tutt’altro. E il forte senso di appartenenza degli operatori che furono protagonisti di quella fantastica temperie sembra oggi svanito o offuscato da una pratica sempre più burocratizzata e ormai senz’anima.
Il volume punta il dito contro le storture dell’attuale situazione, nella quale le persone e non la malattia devono ritornare al centro della cura, includendo in questo perimetro anche le questioni più spicciole e vitali, come il tema del lavoro, della casa e delle relazioni. In questo senso gli autori rivendicano anche il ruolo apparentemente anacronistico della comunità. Una “communitas” intesa come rete informale di amici, vicini di casa, volontariato e negozianti, e che si basa sull’ascolto partecipe e sull’attivazione delle risorse territoriali oltre che di quelle professionali. Un intreccio, dunque, di relazioni essenziali che rappresenta quello sguardo diverso in grado di integrare e completare il lavoro svolto dai dipartimenti di salute mentale. Luoghi divenuti ormai troppo impersonali e all’interno dei quali si impongono troppo spesso le fredde ragioni della classificazione diagnostica, impedendo così l’incontro e la reale comunicazione con il paziente e con tutta la sua famiglia.
È infatti sull’efficacia terapeutica che si soffermano i due professionisti, andando a indagare le modalità di intervento degli operatori e il loro “porsi” nei confronti delle famiglie, ed enfatizzando il primato delle attività “dialogiche” dell’incontro con il paziente su quelle prettamente e miserabilmente procedurali.
Piccolo manuale
di sopravvivenza
in psichiatria
di Ugo Zamburru
e Angela Spalatro
Edizioni Gruppo Abele
160 pagine – 2021
ISBN: 9788865793268