Oltre i luoghi comuni sugli adolescenti

recensito da Cristina Audagna

Uno dei meriti maggiori di questo volume è quello di fare emergere con chiarezza la diffusa ed errata tendenza ad assimilare bambini e adolescenti nell’indistinto contenitore dei “minori” o della “minore età”. L’infanzia è una cosa, l’adolescenza è un’altra, ci spiega Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, nonché presidente della Fondazione Minotauro di Milano, che ci guida in questo interessante percorso di conoscenza dell’universo degli adolescenti. Un mondo complesso, che richiede oggi un ascolto più maturo da parte degli adulti. E proprio per questo, suggerisce Lancini, occorrerebbe dare più spazio a una seria educazione dei “grandi”, siano essi genitori, insegnanti o istituzioni, in modo da renderli in grado di offrire una relazione più qualificata verso i ragazzi, evitando di trasformarli in “mini sé” o in “mini me” mancati.
Nella società del narcisismo, dell’individualismo, della competizione e del successo, è stato infatti chiesto a questi piccoli uomini e donne di sviluppare precocemente autonomia e competenze sociali, preservando spazio e risorse mentali da destinare alla realizzazione del sé. E così loro hanno diligentemente fatto. Inutile dunque accusarli di narcisismo e irresponsabilità. Gli adolescenti odierni sono infatti né più né meno ciò che gli adulti si attendavano da loro. Con il rischio però di indurli a mettere costantemente in scena una felicità e un benessere ritualizzato pur di non deludere i grandi. Ovvio che, con tali fragili premesse, il percorso può deragliare in qualsiasi momento. E immancabilmente lo fa.

Immersi in continui processi di identificazione e controidentificazione con i propri genitori, questi giovanissimi ragazzi sono stati trattati come soggetti intenzionali e relazionali fino a un certo punto della propria evoluzione psichica e sociale. Dopodiché, con l’ingresso in adolescenza, si sono improvvisamente trasformati in soggetti da gestire e riprendere attraverso un comportamentismo accusatorio, spiccio e di facciata. Totalmente privo di riflessione e orientato all’obbedienza supina pur di far evitare all’adulto la fatica di una comprensione più matura della loro complessissima realtà.
Le angosce provocate dai cambiamenti in adolescenza spingono infatti familiari e insegnanti ad assumere atteggiamenti sbrigativamente difensivi che finiscono per inibire il pensiero educativo e determinano una rapida rimozione della visione d’insieme di quanto accaduto sino a quel momento. L’esito finale è quello di mortificare la fragile spregiudicatezza di queste “crisalidi” proprio durante l’ingresso nell’adolescenza. Regole, limiti, paletti, “no” che aiutano a crescere, bocciature e rispetto per gli altri sono le espressioni più utilizzate per limitare questa crescita esplosiva. Ma si tratta di frasi buone per tutte le stagioni. E quindi vuote.

Non servono allora a nulla le azioni di sottomissione e infantilizzazione degli adolescenti in nome di una supposta autorità adulta. Il compito di genitori, insegnanti ed educatori è invece quello di raggiungere i ragazzi “là dove essi sono”, nei luoghi mentali ed esperenziali in cui si svolgono i riti della loro quotidianità. Occorre quindi esercitare un profondo rispetto per come questi piccoli uomini provano a gestire le proprie crisi evolutive, caratterizzate da un presente che è senza prospettive e promesse mantenibili.
Alle madri, ai padri e a chi ha un ruolo di guida educativa conviene allora puntare sulla responsabilizzazione più che sul controllo o sulla limitazione, e quindi sull’infantilizzazione. È questa la prospettiva corretta. È meglio responsabilizzare i ragazzi invece che accusarli di essere diventati degli irresponsabili. Solo su queste basi è possibile costruire un’alleanza con i giovani interlocutori, che altrimenti rimarranno sempre nascosti e sfuggenti. E gli adulti non possono proprio permettersi di tradire ancora una volta gli adolescenti.

Lancini

L’età tradita

di Matteo Lancini
Raffaello Cortina
186 pagine – 2021
ISBN: 9788832853599