Teoria e pratiche di psicoterapia con bambini e adolescenti

recensito da Amar Bensaad 

Ancora attualissimo anche se piuttosto datato, l’approccio di Violet Solomon Oaklander al mondo dei bambini ha raccolto un notevole favore dagli anni Settanta fino a oggi, trasmettendo entusiasmo e fiducia a generazioni di professionisti in tutto il mondo. La Oaklander, deceduta poche settimane fa all’età di 94 anni, è da sempre indicata come uno dei “campioni” della Gestal Therapy applicata ai ragazzi. E proprio per questo motivo ha raggiunto una grandissima notorietà, specie negli Stati Uniti, suo Paese d’origine.
Come terapeuta infantile e adolescenziale è stata apprezzata più recentemente anche in ambito europeo per il suo metodo di integrazione della teoria e della pratica della Gestalt con la terapia del gioco, maggiormente conosciuto come “modello Oaklander”. Un insieme di tecniche espressive che ancora oggi riesce a intercettare l’attenzione di operatori ed educatori grazie alla magica facilità nell’approcciare gli adolescenti senza mai introdurre forzature o imposizioni, ma con la semplice e dirompente forza del gioco.

Il modello Oaklander applica in modo sereno e festoso i principi della terapia della Gestalt nel lavoro terapeutico, con l’obiettivo di restituire ai bambini quegli aspetti emotivi di loro stessi che hanno perduto o che, come spesso succede, non hanno mai sperimentato prima. L’obiettivo è fornire al piccolo un crescente senso di sostegno interno aumentando, oltre alla fiducia e alla stima di sé, anche la capacità di esprimere le proprie emozioni. Il lavoro sensoriale svolge quindi un ruolo importante nell’aiutarlo a tornare in contatto con i propri sensi: toccare, guardare, ascoltare, gustare e odorare rappresentano parti integranti dell’organismo e aiutano a fare emergere i sentimenti, e poi a esprimerli e condividerli. “I bambini diventano più completi quando diventano più consapevoli delle proprie emozioni”, sosteneva la Oaklander, e le tecniche creative e proiettive che si dipanano nella terapia del gioco della Gestalt sono insuperabili per far sì che questo accada, rappresentando un momento fondamentale del processo di guarigione.

Non pienamente riconosciuta dal mondo accademico, la Oaklander ricevette molte critiche per il suo metodo. I suoi detrattori negavano che fosse possibile impiegare con i bambini la terapia della Gestalt perché essa lavora principalmente con l’ego, e i bambini non posseggono ancora un ego completamente sviluppato. Mentre la Oaklander sosteneva che lo sviluppo intellettuale ed emotivo di un individuo procede lungo un continuum organico e sistemico, e che nell’infanzia inizia quel fondamentale processo di conoscenza e di espressione delle emozioni che governerà, nel bene e nel male, gran parte dell’esistenza di un individuo.
La Oaklander credeva che la relazione genuina tra il terapeuta e il cliente fosse il motore più importante del processo terapeutico e che senza di essa nessun lavoro reale potesse accadere. Il terapeuta e il bambino sono due individui che entrano in una relazione non gerarchica, come pari, e rimangono aperti a ciò che l’incontro può portare. Il terapeuta non deve entrare nella relazione come un esperto distante e giudicante, ma soltanto con il proprio sé più autentico e rassicurante, incoraggiando il bambino o il cliente a fare lo stesso. E il gioco è il momento ideale affinché questo processo esprima tutte le sue miracolose e inattese potenzialità.

Violet Oaklander

Il gioco che guarisce

di Violet Oaklander
La Meridiana
224 pagine – 2021
ISBN: 9788861538306