Esiste una nuova categoria clinica su cui i terapeuti che si occupano di adolescenza si confrontano sempre più spesso negli ultimi anni. È quella dei giovani adulti, ragazzi di età compresa tra i 20 e i 30 che affrontano con grande fatica gli impegni evolutivi che la crescita porta con sé, a partire dagli sforzi universitari. Si tratta di conflitti e ostacoli nel realizzare progetti formativi e di crescita personale che vengono vissuti come estremamente onerosi e frustranti, come ci racconta l’ottimo saggio di Mauro Di Lorenzo, docente, psicoterapeuta e socio dell’Istituto Minotauro di Milano, dove coordina il gruppo clinico che si occupa di giovani adulti ed è direttore della Scuola di specializzazione in Psicoterapia dell’adolescente. Il volume descrive un fenomeno in aumento che vede sempre più i giovani bloccati sul piano della realizzazione personale e sociale. Una sorta di “mal d’università” che è molto spesso un esito derivante dalla prosecuzione dei problemi adolescenziali trasferiti nel successivo contenitore formativo, pur presentando caratteristiche specifiche e differenti.

Si tratta infatti di ragazzi che hanno una percezione della formazione molto diversa rispetto a quella che gli adolescenti hanno della scuola, e che arrivano al compito universitario con percorsi molto eterogenei rispetto a quanto avvenuto nei cicli formativi precedenti. Parliamo di giovani che manifestano il proprio disagio mettendo a repentaglio o inibendo totalmente la propria capacità di portare avanti un percorso formativo, impiegando logiche e strategie anche molto differenti tra loro. Nella pratica clinica si incontrano così ragazzi che procrastinano a tempi indefiniti gli studi o che per un perfezionismo disfunzionale non riescono ad affrontarli. Altri che affrontano l’università senza apprendere nulla rimanendo pressoché indifferenti rispetto all’obiettivo della laurea, e altri ancora che, pur di non confessare il proprio blocco per gli studi, attivano risposte di evitamento e di attacco psichico, sino a volte a conseguenze estreme.

Il saggio si propone di comprendere le ragioni affettive del blocco nel percorso formativo, approfondendo il fenomeno con un approccio psicoanalitico che approfondisce i temi dell’inibizione al successo e della spinta al “non apprendere”. Descrive inoltre i profili tipici di questi giovani adulti bloccati nei percorsi formativi e presenta un approccio dinamico ed evolutivo alla consultazione e al trattamento, delineando gli interventi che possono rinforzare il progetto terapeutico, tra cui il sostegno alla famiglia del giovane in crisi e alcune proposte laboratoriali ed esperienziali per coloro che hanno ormai abdicato al proprio ruolo formativo. L’intento dichiarato è di mostrare come gli studenti universitari bloccati non siano portatori di un “disturbo” e che le loro difficoltà sono modalità disfunzionali per affrontare il compito formativo, e vanno quindi serenamente interpretate come soluzioni temporanee ai conflitti che quest’importante fase della vita propone loro.