L’approccio psicodinamico a livello evolutivo e clinico

recensito da Cristina Audagna 

Sempre maggiore è l’attenzione clinica verso la “giovane età adulta”, quella collocabile tra i 20 e i 30 anni, ormai considerata una fase del ciclo di vita con caratteristiche sue proprie. Tipica delle società industriali avanzate e spesso coincidente con studi universitari e con occupazioni lavorative saltuarie, l’emerging adulthood è oggetto di interesse di molti studi che approfondiscono le conseguenze, o anche le mancate conseguenze, dell’avvenuto consolidamento di alcuni aspetti identitari del soggetto, della sua realizzazione professionale e relazionale, come ad esempio l’avere conseguito un lavoro stabile e soddisfacente o aver stabilito una relazione intima duratura. Solo negli ultimi anni alcuni psicoanalisti e psicologi clinici hanno iniziato a considerare in maniera più articolata questa fase del ciclo di vita, sottolineando il complessivo aumento del benessere soggettivo e dell’esplorazione della propria identità, con una crescita dei sentimenti di autostima rispetto all’adolescenza. Ma insieme agli aspetti positivi dell’autoaffermazione si presentano spesso anche molti risvolti negativi legati all’autostima e al confronto con l’Altro che possono essere fonte di ansia, insicurezza e di sentimenti di solitudine e disorientamento.

Succede infatti che, per consolidare il senso della propria identità e completare la soggettivazione iniziata nell’adolescenza, a volte l’ingresso in società, così carico di significati di status e di relazione, possa comportare un arretramento delle proprie sicurezze e convinzioni, con un conseguente intensificarsi di disagi che possono degenerare in un’ampia gamma di disturbi, da quelli dello spettro ansioso e depressivo fino a toccare i disagi alimentari e al rischio di sviluppare veri e propri disturbi psicotici. In questo periodo particolarmente importante della vita l’intreccio tra i fattori di rischio e i fattori di protezione può quindi agevolare o bloccare le traiettorie di sviluppo iniziate nell’adolescenza e tradursi in un problema evolutivo di tipo permanente. I sentimenti di indecisione, confusione e ambivalenza, tipici di questo periodo, possono quindi radicalizzarsi creando una situazione di impasse difficilmente sbloccabile senza un buon aiuto psicologico.

Ma quale intervento psicodinamico è più adatto per i giovani nella fase dell’emerging adulthood? Le risposte da parte dello psicologo clinico a orientamento psicoanalitico possono essere di diverso tipo a seconda dei bisogni specifici dei giovani adulti. Di particolare interesse è la possibilità di attivare un intervento di counselling breve a indirizzo psicodinamico ampiamente sperimentato nei contesti universitari, come viene illustrato in uno dei capitoli del volume. In ogni caso, nel progettare questi interventi, è importante sempre tenere presente la spinta verso l’autonomia e la tendenza a essere self-focused dei giovani adulti, elemento che può favorire l’efficacia degli interventi brevi, come per esempio quelli di counselling psicologico, o comunque in grado di focalizzarsi sulle esigenze specifiche del giovane adulto, oppure gli interventi di counselling che sfruttano le modalità online, dimostratisi molto efficaci durante la pandemia da Covid-19. L’obiettivo è far fronte, qui e ora, al sorgere di forti sentimenti di incertezza e disorientamento, incoraggiando la definizione delle scelte di vita dei giovani adulti per disegnare il proprio futuro.

Diventare giovani adulti

di Cristina Riva Crugnola
Raffaello Cortina Editore
208 pagine – 2024
ISBN: 9788832856187