Un approccio ecologico alla didattica, alla diagnosi precoce e all’intervento sui Dsa
recensito da Davide Monopoli
Il forte aumento dei disturbi specifici dell’apprendimento, i cosiddetti Dsa (o Lsd, Specific learning disorders) pone oggi molte domande a genitori ed educatori. La preoccupazione è infatti sempre più forte e giustificata dal momento che il “fenomeno Dsa” è sempre più presente nelle scuole e obbliga tutti gli operatori a domandarsi se le azioni intraprese finora siano davvero soddisfacenti o se occorra un ripensamento generale delle pratiche di intervento. Il volume scritto da Miriam Gandolfi e Attà Negri, psicologi e psicoterapeuti esperti, cerca di dare una serie di risposte in merito alle attuali inefficienze e lacune teoriche sul tema, fornendo anche una perlustrazione dei dati epidemiologici e dei vari orientamenti metodologici.
Ne emerge un confronto tra teorie della mente e i relativi metodi diagnostici e di intervento clinico che rende legittima la domanda se è ancora indispensabile il concetto multidimensionale di Dsa o se è quanto meno ancora utile. La risposta degli autori e del loro gruppo di lavoro è quella di non negare la complessità del problema né di riportarlo alla vecchia diatriba se prevalgano più gli aspetti biologici congeniti o gli aspetti emotivi e ambientali, ma di proporre un radicale cambiamento di paradigma nell’osservare l’affasciante e davvero sconosciuto processo di sviluppo di un essere in crescita. In tutto questo si inserisce anche il valore e il lavoro seguito all’introduzione della Legge 170/2010, che definisce le linee guida per i criteri diagnostici e per gli interventi a favore degli studenti portatori di questi disturbi.
La domanda neanche tanto retorica dei due studiosi è se l’incremento esponenziale delle diagnosi di Dsa sia dovuto a una maggiore sensibilità diagnostica promossa dalla Legge 170 o se invece è il segno di una vera e propria epidemia in atto. Ma altre e ancora più essenziali domande riguardano il rischio di una maggior delega e tecnicizzazione nella relazione tra studenti, genitori e insegnanti. O anche se la diagnosi di Dsa significhi implicitamente definire un deficit neurologico, fisiologico o cerebrale del singolo studente o se questo sia invece un fenomeno culturale che coinvolge tutto il sistema, vale a dire chi formula la diagnosi, chi la riceve e chi poi la utilizza nel contesto scolastico. O ancora quale sia il motivo per cui si registra a livello universitario lo stesso boom di diagnosi di Dsa. Da tutte queste domande è nata una ricerca di confronto aperto e coraggioso che permettesse di formulare ipotesi nuove e alternative su questo fenomeno, e il libro evidenzia i tentativi di dare alcune risposte a questi importanti interrogativi condivisi.

Disturbi specifici
(della relazione)
di apprendimento
di Miriam Gandolfi e Attà Negri
Giovanni Fioriti Editore
346 pagine – 2023
ISBN: 9788836250844