Radici, zavorre e risorse: un percorso dentro le relazioni affettive, verso la libertà

recensito da Cristina Audagna 

Ha senso domandarsi oggi quanto importante sia la famiglia? Parte da questa domanda provocatoria il lavoro di Ameya Gabriella Canovi, psicologa ed esperta nello studio delle relazioni e della dipendenza affettiva, che si domanda quale sia la connessione tra il valore e la ricchezza di una comunità e i rapporti complessi che si instaurano tra adulti e piccoli. È infatti nella famiglia che si instaurano quei principi che governeranno successivamente le dinamiche affettive dei giovani adulti. Ed è in questa prima agenzia educativa che si sperimentano al contempo il bisogno di appartenenza e quello di individuazione, in una dinamica continua che obbedisce spesso a regole e convenzioni. L’aggregazione familiare è dunque il punto di partenza per imparare a vivere la complessità del mondo. Ma è anche il luogo in cui si imparano i codici degli affetti, sia di quelli espressi sia di quelli ricevuti sia di quelli negati.

Se gli snodi affettivi non funzionano la vita relazionale dei piccoli ne risentirà e potranno manifestarsi dinamiche di attaccamento verso i partner futuri secondo logiche di vera e propria dipendenza. Oppure si potrà assistere a condizioni di povertà emotiva che non permetteranno di dispiegare il grande ventaglio di opportunità che la vita affettiva può offrire. Nel descrivere le difficoltà delle dinamiche intrafamiliari l’autrice cerca così di esporre in maniera discorsiva quelli che sono i mancati passaggi che spingeranno da adulti ad aggrapparsi agli altri o a fallire nella dimensione amicale e sociale. Sullo sfondo, l’importanza della famiglia nel lungo e tortuoso processo di formazione di bimbi e adolescenti, un percorso fatto di legami istituzionali sociali e affettivi, ma anche condizionato da vincoli di sangue e da patti inconfessabili.

Il volume non intende essere una dissertazione scientifica di tipo accademico o destinata espressamente agli esperti, ma ha il compito di raccontare in modo semplice e pacato gli aspetti patologici e disfunzionali che si costruiscono in una famiglia qualsiasi e per i quali occorrono figure terapeutiche ben precise. Sono infatti molte le testimonianze di pazienti che percorrono il volume e i vissuti in cui ognuno di noi potrà specchiarsi. L’opera si pone quindi come un lavoro di divulgazione che procede attraverso una riflessione corale e pubblica attraverso la narrazione di storie minute e di testimonianze che insegnano sempre qualcosa. Lo scopo è suscitare una riflessione in operatori sociali, insegnanti, genitori e anche terapeuti in modo tale che ognuno possa allargare lo sguardo sulla propria storia personale e su quella altrui, con una lente che abbracci anche le storie di chi c’è stato prima di noi e che hanno portato a essere oggi quello che siamo.

Di troppa (o poca) famiglia

di Ameya Gabriella Canovi
Sperling & Kupfer
256 pagine – 2023
ISBN: 9788820076894