Per andare al di là di una metafora fin troppo suggestiva

recensito da Antonello Raciti 

Il breve saggio di Maurizio Tucci prende avvio dal parallelismo tra l’adolescenza e il noto concetto di “nonluogo” introdotto da Marc Augé per sviluppare un’analisi di ciò che viene comunemente inteso come adolescenza. La cosiddetta “età di transito” per definizione, il critico momento delle prove e degli errori, la palestra per diventare adulti superando tutti i riti di passaggio iconizzati dal mito e dalla letteratura di ogni tempo. Eppure l’adolescenza resta pur sempre un’invenzione culturale, con tutte le sue fragili lacune di autodefinizione e con tutti le sue differenti declinazioni geografiche e storiche. Molto dipende infatti da come gli adulti guardano l’adolescenza e la giudicano in un processo di poiesi continua. Sono infatti loro, genitori e precettori di ogni ambito, culturale, didattico o sportivo, a determinare i modi e i tempi della costruzione del sé dell’adolescente, lungo un processo di crescita che dovrebbe portare, nelle migliori intenzioni, alla maturazione e alla completezza dell’essere.

Ma non sempre è così, perché il percorso non è mai semplice, e tra l’adolescente e la sua crescita armonica si frappongono seri ostacoli. Primi fra tutti i genitori stessi, ammonisce Tucci. Un’eccessiva e generalizzata protezione dei minori sta rallentando infatti il percorso verso l’autonomia e l’assunzione di responsabilità di questi piccoli uomini e donne. E ciò accade proprio quando il progressivo affrancamento dai genitori dovrebbe consentire il dispiegarsi di un processo di maturazione sociale e cognitiva completa, unica via per sperimentare emozioni e decisioni autonome. E così i ragazzi d’oggi, oggetti di attenzioni maniacali e compensative, vere e proprie forme di risarcimento, fanno sempre più fatica a conoscere se stessi, le proprie capacità e i propri umanissimi limiti. In questo modo il passaggio all’età adulta viene dilatato ben oltre la soglia dello sviluppo psicofisico e tende a spostarsi progressivamente avanti nel tempo, pur non essendo legato a fattori soltanto oggettivi, quale può essere la difficoltà a entrare nel mondo del lavoro, e quindi di crearsi un’indipendenza economica.

In un mondo dominato dai valori dell’essere e del rimanere giovani a tutti i costi, con il conseguente corollario di bellezza ed eterna prestanza fisica, il ruolo educativo degli adulti e della società in generale assume allora un significato molto più denso del previsto. Sull’adolescenza si scaricano sempre più le ansie, le insicurezze e le frustrazioni degli adulti che spesso inoculano senza accorgersi valori e atteggiamenti che nulla hanno a che fare con l’adolescenza. Ma allora è più giusto parlare di adolescenti insicuri o di adulti insicuri, si domanda provocatoriamente Tucci? Gli adolescenti fragili o ansiosi sono il perfetto esito degli adulti fragili e ansiosi, in un gioco di specchi che tiene dentro tutto: dallo sport, dove i genitori diventano tutti allenatori e coach, con l’unico obiettivo di far mettere il proprio figlio in “prima squadra” al di là degli effettivi meriti sportivi; oppure bimbe e ragazzine precocemente adultizzate da madri inconsapevoli, come ci raccontano con sempre maggiore frequenza pediatri e psicologi nel riportare gli atteggiamenti sessualizzati anche in bambini e bambine prepuberi. L’attuale definizione di adolescenza non regge più, conclude amaramente Tucci, e occorre una nuova narrazione per spiegare l’ampiezza di questa trasposizione inconscia prodotta dalla generazione dei genitori verso quella dei figli. E dei danni che continua a provocare.

Adolescenza nonluogo

di Maurizio Tucci
I Libri di Emil
120 pagine – 2022
ISBN: 9788866803546