Nel corso della preadolescenza e dell’adolescenza si assiste a fisiologiche variazioni del tono dell’umore che si manifestano in modo più o meno intenso e duraturo, ma che rivestono un ruolo fondamentale nell’evoluzione e nella strutturazione della personalità di un individuo. Laddove questi complessi processi di maturazione psichica hanno il loro fulcro nella costruzione dell’identità personale e sociale, coincidono spesso nel termine psicodinamico di “individuazione”, mentre in altre branche del sapere si articolano attraverso momenti di instabilità fisiologica che comportano anche brusche discontinuità nel tono dell’umore. Esperienze che hanno inizio nell’adolescenza e che spesso accompagnano, più o meno patologicamente, tutto l’arco di vita di una persona.

Il volume di Gabriele Sani, docente di Psichiatria presso Dipartimento di Neuroscienze all’Università Cattolica del Sacro Cuore, nonché direttore dell’Unità operativa complessa di Psichiatria presso la Fondazione Policlinico Gemelli di Roma, parte dalle storie personali raccolte nella sua attività clinica per testimoniare le ampie modulazioni del tono dell’umore in ragazzi e giovani adulti. Sani è entrato nelle loro vite in punta di piedi, con pudore e rispetto, senza la presunzione degli adulti, e tipica dei medici, di sapere tutto e di avere una risposta a ogni singolo dubbio. E ha cercato di spiegare quanto accade in questo periodo della vita che da sempre suscita l’interesse di filosofi, sociologi, psicologi e pedagoghi.

Il tono dell’umore, che occupa tutta la gamma che va dalla gioia alla tristezza, influenza ed è influenzato a sua volta da numerose funzioni vegetative e somatiche in via di evoluzione, complicando un quadro che è già in rapida evoluzione per il genere e la quantità di prove che un adolescente si trova a svolgere nell’arco di pochi anni. La nostra società richiede infatti ai ragazzi una “carriera” di esperienze di vita progressiva e molto strutturata, con chiare e puntuali tappe evolutive che segnano inesorabilmente il passo della maturazione sociale e culturale di ciascuno. Rimanere indietro anche in uno solo di questi rituali di passaggio può voler dire perdere un treno di progresso e di opportunità, che molto spesso non ripasserà.

Al di là del nozionismo tassonomico da Dsm-5 che pervade il volume, la testimonianza di Sani è accorata e di valore. L’affermazione “Come possiamo aiutarli”, che campeggia come una promessa sulla copertina del libro, viene effettivamente soddisfatta da una trattazione molto umana e autentica. Soprattutto quando l’autore mostra tutte le debolezze del mondo “adulto” nell’interpretare correttamente le problematiche psichiatriche. Cedendo quindi alle facili scorciatoie delle categorie morali, quali la pigrizia e l’indolenza, per identificare il dramma di un adolescente, piuttosto che accettare l’idea di un vero e proprio disturbo in atto. Un approccio che non fa altro che aggravare il senso di solitudine e di incomunicabilità di un giovane affetto da depressione o da altri disturbi, affossandone ulteriormente le opportunità di guarigione.